Il ringraziamento all’Asst Sette Laghi.

Rossella Semplici l’amata moglie del Professor Quirino Quisi, ex primario di Psichiatria, dell’Ospedale di Busto Arsizio e Tradate spentosi  presso l’Hospice dell’Ospedale di Varese , affida al Blog Rosso Tibet le parole di ringraziamento per i sanitari del reparto, fondamentali in questo accompagnamento.  

Questo accorato e toccante messaggio arriva come un grande segno di positività, in un momento in cui la sanità sta attraversando difficoltà su più fronti e dove troppo spesso il funzionamento delle dinamiche assistenziali è prerogativa dei singoli professionisti che si adoperano affinché i pazienti possano ricevere tutte le cure necessarie, nonostante i mezzi, talvolta, siano esigui.

Vere e proprie risorse umane che diventano volti familiari soprattutto in chi sta vivendo il fine vita. L’appello è per chi conta, supportando e concedendo mezzi a chi opera in prima linea. 

“Varcare la porta di un hospice rappresenta entrare nel tempo della separazione fisica definitiva; rimane la continuità nell’amore vissuto e per i credenti la certezza che si tratta di un arrivederci. Tutti sono accomunati dalla paura e dal dolore.

L’accompagnamento del paziente e dei familiari all’appuntamento certo con la morte è un’arte relazionale, fondata sulla qualità umana e professionale dei singoli operatori.

Quirino, io e tutti gli amici che hanno voluto esserci accanto l’abbiamo sentita nel corpo, nella psiche e nell’anima all’hospice di Varese: delicatezza, riservatezza nell’incontro con le nostre vite, grande disponibilità e apertura nell’accogliere le nostre richieste.

Una fra tutte. Desideravamo addormentarci le ultime sere come sempre: mano nella mano, distesi l’uno accanto all’altra.

Con imbarazzo per disvelare questo intimo desiderio e il timore di fare una richiesta inopportuna, abbiamo preso coraggio un pomeriggio. Il sorriso dolce e complice dell’infermiera ha preannunciato la positività della risposta.

È stato uno dei doni preziosi ricevute dalle persone straordinarie che lavorano in hospice. Sono un patrimonio umano e professionale da non disperdere. Ci auguriamo che coloro che hanno responsabilità e potere si prendano cura del benessere di queste persone, perché il loro star bene è un tassello essenziale della “buona sanità”.

Abbiamo apprezzato anche l’ambiente fisico, curato e accogliente fin nei minimi dettagli.

Grazie di cuore a tutti.

Rossella alla presentazione del suo ultimo libro mentre sorride al marito, suo primo sostenitore.

Amanda Deni

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2 Commenti

  1. Angela Regazzoni Reply

    E’ grazie ad ambienti come questi, ma soprattutto alle persone che vi si dedicano donando sì, il loro tempo, ma ancora di più la loro umanità e sensibilità, che si mettono al fianco di chi ha bisogno per accompagnare e rendere il meno doloroso possibile il momento che sista attraversando.
    Queste testimonianze dovrebbero essere stampate sui giornali per far conoscere anche l’altra faccia della sanità della quale viene invece pubblibizzata sempre e solo la parte negativa.
    Un grazie, perciò alla Signora Rossella che non si è chiusa in se stessa per piangere la persona amata dalla quale è stata divisa, ma ha lanciato un messaggio di speranza che aiuterà senz’altro qualcuno a vivere meglio la sua sofferenza.

    • Grazie Angela. Ringrazio anche io Rossella per aver affidato a me questo messaggio che era necessario condividere, per il grande lavoro e dedizione che molti mettono nel proprio operato. Ed è stata inviata ai giornali di zona nella speranza che diano risalto alle buone notizie della sanità .

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