Ho voluto entrare nelle vesti dei miei antenati.

Una giornata di lavoro con lo spirito di altri tempi con calzature ed abiti calati nella parte.

Nella mia casa di campagna nella Lomellina, gialla, come il riso da mietere.

Quella malandata in cui il tempo scorre sempre troppo veloce per sistemarla davvero. Prima o poi decideremo di farci aiutare. Ieri ho aperto la porta verde, riverniciata fresca, non ho acceso la vecchia stufa economica a legno di smalto bianco sbeccato, unica fonte di riscaldamento, temo per la canna fumaria in disuso da troppo.  L’ultima volta ci siamo affumicati. Mi piacerebbe una termostufa country moderna ,dal sapore antico, a legna o elettrica perché non ho il gas, ma vedremo.

Una porzione di casa, era adibita a granaio è bucolica con  cotto fatto a mano come pavimento e travi a vista naturali con la scala di legno, ripida che porta al solaio. Le blogger avrebbero un mondo da fotografare. Qui un tempo era il luogo di ritrovo, dopo la mietitura del riso, immagino le giovani mondine, alla luce di una candela a ricamar le propria Dote, forse tra canti e poesie tra sogni e vita reale. Magari qualcuno in quel granaio si è amato, avranno pianto o gioito. La porzione più moderna e abitabile, ha muffe alle pareti e un pavimento di ceramica orribile, ma ha il bagno rimesso a nuovo e le camere da letto. C’è poi una dependance, con cellette per gli animali e la zona fienile, ora deposito di legna e attrezzi. Qui gli inverni erano davvero inverni e la notte era davvero notte. Le candele erano fonte di illuminazione, pericolose. Il nonno in servizio come carabiniere, ricevette un telegramma, quando la casa rischió di andare a fuoco e decise di installare l’elettricità in casa, alla  bisnonna, vezzo per pochi. Ironia della sorte, anni dopo, un incendio divampò dalle stalle e nuovamente rischió di bruciare. Ieri era la giornata ideale per un tuffo nel passato, sole timido e aria fredda pungente. Ho provato il gelo nello ossa- o forse più  nelprofondo- di chi è affaccendato, naso congelato e mani che muovevo a fatica. Ho provato per qualche ora quello che vivevano i nostri antenati dall’alba al tramonto. Quello che per loro non era un gioco.  Non ho portato cibo perché allora non ci si alimentava granché. Il caffè però c’era. Ho tentato di scaldarmi con un the preparato nella teiera rossa, con scarsi risultati.  Quando sono rientrata a casa, quella vera ho percepito il tiepore sul viso e le comodità in cui viviamo. la mia trapunta  è leggera, i loro erano in piuma d’oca spessi, cuciti a mano, li conservo ancora, così come il porta braci per scaldare le gelide lenzuola. Non dovremmo dimenticarlo e questo esercizio servirebbe a molti.

Intanto ho fatto un giro nel web e ho scoperto qualcosa di estetico e funzionale che potrebbe essere nelle mie corde : 

le trovate qui :

Cucine country Rasera 

foto da web

gruppo cucine  Lacanche

Foto da web

cucine De Manincor 

( foto da web)

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